SARCOFAGO DI GATTO IN LEGNO

5.000,00

PERIODO: 747-525 a.C.

DIMENSIONI: Altezza 30,5 cm; Lunghezza 18 cm

NOTE: Ottime condizioni

DESCRIZIONE:

Periodo Tardo, XXV-XXVI Dinastia Saitica, 747-525 a.C. Raro sarcofago di gatto in legno intagliato, stuccato e dipinto in nero. Il gatto, associato alla dea Bastet, è raffigurato seduto con le zampe anteriori diritte, dorso arrotondato, coda ripiegata in avanti lungo il fianco destro dell’animale; muso dai particolari lavorati finemente, gli occhi a mandorla sono intagliati.
Bastet è una delle più importanti e venerate divinità dell’antica religione egizia, raffigurata come un gatto. Si tratta di una divinità dai tratti solari simboleggiante il calore benefico del sole, venerata per la sua potenza, la sua forza e la sua agilità Gli antichi egiziani chiamavano “myeu” il gatto; addomesticarono quelli che vivevano ai bordi del delta del Nilo, originariamente per debellare i topi che infestavano i granai. Ma poi, col passare del tempo, non ci fu casa o tempio o edificio che non registrasse la presenza di almeno un gatto, tenuto peraltro con ogni cura. Quando uno di questi felini moriva, si dice che il padrone usasse radersi le sopracciglia in segno di lutto per l’animale e di rispetto nei confronti della Dea. Il culto di Bastet raggiunse una diffusione tale che il gatto in Egitto era protetto dalla legge. Era vietato fargli del male o trasferirli al di fuori dei confini del regno dei faraoni. Chi violava tali disposizioni era passibile di pena di morte. Nonostante le leggi egizie proibissero l’esportazione dei gatti, ritenuti animali sacri, i navigatori fenici li contrabbandarono.
Dichiarazione alla Soprintendenza Archeologica di Bologna Cod. 108/2017

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