MEDAGLIONE IN VETRO DORATO DETTO “FONDO D’ORO”
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PERIODO: 300-400 d.C.
DIMENSIONI: Diametro 4,8 cm
NOTE: Frattura centrale
DESCRIZIONE:
Periodo Tardo Imperiale IV secolo d.C. Vetro turchese trasparente, foglia d’oro, leggera pellicola iridescente, fratturato in diagonale. Entro una cornice circolare il busto di una donna in posizione frontale, indossa la toga e un mantello drappeggiato intorno alle spalle, una collana di perle a doppio giro, ha il volto allungato, grandi occhi, folte sopracciglia, grosso naso e bocca carnosa, porta un’elaborata acconciatura con cicche ricciute divise da una scriminatura centrale e raccolte in uno chignon sopra la testa. Ai lati della figura l’iscrizione: SABINA VIVAS. Montato su cornice in oro decorata da motivo a corda e collana in oro e cristallo di rocca.
Con il termine di vetri dorati o fondi d’oro si indicano le decorazioni che, verso la fine del III, ma soprattutto durante il IV secolo d.C., impreziosivano il fondo di coppe o bicchieri, utilizzati per la mensa o come oggetti di lusso. La foglia d’oro, racchiusa fra due strati di vetro trasparente, reca una gamma estremamente varia di raffigurazioni: ritratti di privati, leggende, divinità e soggetti pagani, soggetti biblici ed evangelici, Cristo e santi. Spesso presentano iscrizioni col nome del personaggio raffigurato, acclamazioni augurali, come in questo esemplare con iscrizione in greco (VIVAS = vivrai), realizzate come doni preziosi offerti in occasione di feste e ricorrenze pubbliche, private o religiose. La maggior parte dei medaglioni giunti fino a noi sono stati staccati dai recipienti, levigati e collocati nella calce di chiusura dei loculi delle catacombe romane, a identificazione delle tombe. Questa pratica di “segnacolo funerario” cristiano ha consentito la conservazione di numerosissimi esemplari che diversamente, per la fragilità del materiale, sarebbero andati distrutti.
Comunicazione alla Soprintendenza Archeologica di Bologna Cod. RPS 131/2016