IMPORTANTE INTAGLIO AUGUSTEO IN CORNIOLA
€1.600,00
DESCRIZIONE: Glittica Romana I secolo a.C. – II sec. d.C. Intaglio su calcedonio verde scuro di forma ovale troncoconica piatta, intaglio sulla faccia maggiore. Complessa e articolata raffigurazione allegorica di un capricorno alato con corpo ittioforme sovrastante il globo (simbolo del mondo), sotto di lui una trireme con la prua configurata a testa di delfino e le onde del mare, in alto una stella (sidus). Sotto le onde un granchio (cancer) e due pesci, alla sommità della gemma un falco con ali spiegate. Si tratta con ogni probabilità di una gemma augustea commemorativa della vittoria navale conseguita dal giovane imperatore Augusto sull’Egitto contro Cleopatra e Marcantonio, simboli di vittoria e capricorni sono frequenti nella glittica in particolare dopo in 30 a.C. per celebrare la vittoria ad Azio.
Intaglio pregevole ricco di dettagli finemente incisi degno di una committenza aristocratica.
Integro. Altezza 2,8 cm, Larghezza 2 cm
Svetonio (L.II, XCIV) narra che Ottaviano, mentre si trovava ad Apollonia per preparare la spedizione di Cesare contro i Parti, aveva consultato l’astrologo Teogene, assieme all’amico Marco Vispanio Agrippa, al quale era stato predetto un grande avvenire. Augusto tuttavia esitava a rivelare i dati della propria nascita, temendo di risultare inferiore all’amico. Quando finalmente li disse, Teogene si alzò e fece atto di adorazione davanti a lui. Per questo motivo Ottaviano ebbe così tanta fiducia nel suo destino che fece pubblicare il suo oroscopo e coniare una moneta d’argento con il segno del capricorno, suo ascendente.
L’intaglio delle pietre preziose al tempo dei romani era molto più che una semplice aggiunta alla manifattura dei gioielli, almeno fino al tempo degli Antonini, il sigillo era l’emblema personale che richiamava l’orgoglio della tradizione famigliare o credenze fermamente professate dal possessore. Un sobrio senatore, che avrebbe bollato la gioielleria come effemminata, indossava tuttavia pietre sigillo intagliate. Inoltre quando la scrittura corsiva non era molto sviluppata, le gemme intagliate stampate nella cera o nell’argilla, erano l’unica efficace forma per firmare. Dal I secolo a.C. le gemme vennero intagliate usando una grande varietà di pietre – sardonica, corniola, e onice come le più rare ametista, acquamarina, zaffiro, granata importate dall’India. I principali intagliatori di gemme al servizio dei Romani erano Greci, l’orgoglio che traevano dalla propria arte è dimostrato dal fatto che firmavano le loro opere. Il più grande intagliatore fu Dioskourides, artefice dei sigilli dell’Imperatore, la cui abilità è ricordata da Plinio. Nel tardo I secolo e nel II secolo, sorsero botteghe anche nelle provincie dell’Impero oltre ai vecchi centri come Aquileia e Roma. Tra queste Romula (Bucarest) in Romania e un sito nel nord della Britannia, probabilmente Carlisle. Diaspro rosso, corniola e nicolo furono favoriti, ma gli intagliatori erano ora maggiormente interessati nei modelli e trame piuttosto che nelle forme lineari
Comunicazione alla Soprintendenza Archeologica di Bologna Cod. RPS 120/2014
ALLEGORIC AUGUSTEAN INTAGLIO
I century B.C. Flat oval stone, engraved with the figure of a Capricorn with the globe over a trireme, a star in the field. Probably an Augustan gem evoking the naval victory in Egypt.
Glyptic, or “glyptic art”, covers the field of small carved stones, including cylinder seals and inscriptions, especially in an archaeological context. Though they were keenly collected in antiquity, most carved gems originally functioned as seals, often mounted in a ring; intaglio designs register most clearly when viewed by the recipient of a letter as an impression in hardened wax. A finely carved seal was practical, as it made forgery more difficult – the distinctive personal signature did not really exist in antiquity.